

"E' fondamentale che si rilanci una grande iniziativa internazionale, il Governo ci garantisca che su questo fronte sta raccogliendo il consenso delle istituzioni e dei nostri interlocutori di tutto il mondo".
Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama, non si tiene. Il caso Marò va risolto.
E afferma: "Abbiamo apprezzato l'intervento del ministro Bonino che ieri ci ha rassicurato sull'azione portata avanti nelle sedi internazionali affinché sulla vicenda che sta angosciando il nostro Paese, che vede coinvolti i due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, maturi un atto corale di censura nei confronti dell'atteggiamento ormai non più tollerabile delle autorità indiane".
Quanto all'Onu e al suo non schierarsi non le manda a dire: "Ieri è accaduto qualcosa che ci ha molto colpito e che ci preoccupa. Le dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il quale ha sottolineato che questa non può essere una vicenda su cui si caratterizza un impegno della massima istituzione internazionale, ma è un problema bilaterale dei nostri due Paesi, dell'Italia e dell'India, minano un processo fondamentale per la soluzione della vicenda. Questa dichiarazione ci preoccupa ed è anche in contrasto con quanto ci ha comunicato ieri il ministro; pertanto chiedo, ed è un atto politico non certo per mettere in discussione i nostri impegni internazionali, di rimandare l'esame del provvedimento di conversione del decreto recante proroga delle missioni internazionali a dopo che il ministro degli Esteri sia venuto in Aula e ci abbia detto come il Governo italiano intende reagire alle recenti dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon".
E attacca il Palazzo di Vetro anche
Ignazio La Russa, presidente di Fratelli d'Italia.
"Sicuramente Ban Ki-moon non avrebbe osato dire le stesse cose se invece dei due fucilieri italiani ci fossero stati due militari inglesi, tedeschi, americani o francesi. Che la dignità nazionale non fosse un valore per il nostro esecutivo lo avevamo capito da tempo. Ora si certifica anche il suo scarso peso internazionale. E intanto da Palazzo Chigi e dalla Farnesina continua il silenzio".
Gli fa eco
Maurizio Gasparri: "L'Onu conferma una volta di più la sua costosissima inutilità con il segretario generale, una figura marginale e irrilevante nel contesto mondiale, che nega l'internazionalizzazione della vicenda del sequestro in India dei nostri marò".
Le parole sono forti, e ma non ferma qui.
"Ban Ki-moon offende l'Italia relegando la vicenda a un contenzioso del nostro paese con l'India mentre siamo di fronte all'arroganza di uno Stato-pirata nei confronti dei nostri soldati". Il senatore di Fi e vice presidente del Senato poi sollecita una reazione immediata dell'Italia re avverte di aver posto il problema in Commissione difesa al Senato, aggiungendo che "non è tollerabile l'atteggiamento dell'Onu, preda come sempre delle posizioni terzomondiste. L'India vorrebbe perfino un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza. Pretesa assurda di fronte all'atteggiamento piratesco di quel Paese".