
La Consulta ha deciso: la Fini-Giovanardi è illegittima.
Occorre tornare
al 2006, alle ultime settimane della legislatura, per capire di cosa stiamo parlando.
In parlamento
si discuteva la conversione in legge del decreto che il governo aveva varato per le Olimpiadi, ma nel quale entrarono vari emendamenti.
Gli allora
vicepremier Gianfranco Fini e sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi inserirono nel decreto un maxiemendamento di 23 articoli che
modificava profondamente la normativa sulle droghe (la Iervolino-Vassalli) introducendo l’
equiparazione fra droghe leggere e droghe pesanti, sanzioni incluse (pene equivalenti, da 6 a 20 anni, per il piccolo spacciatore tossicodipendente e il narcotrafficcante).
"La materia della droga non presentava alcuna interconnessione con le disposizioni del decreto legge", dissero in molti.
Un difetto tecnico che, di fatto, è stato sottolineato più volte negli anni seguenti: in sostanza, non ci si limitò a tradurre in legge un provvedimento, ma si introdusse ex novo una vera e propria riforma che non aveva nulla a che fare con l’oggetto del medesimo.
Per questo la Consulta è stata chiamata a pronunciarsi sull'illegittimità, con una pronuncia che non produrrà, è bene sottolinearlo, un vuoto normativo, ma
la riapplicazione della Iervolino-Vassalli.