
Matteo Renzi ha concluso quello che è stato probabilmente
il discorso più atteso della sua carriera politica.
"Ci sono dei momenti in cui chi ha responsabilità di guida in una associazione, in un movimento, in un partito, è chiamato a nascondersi, ad ascoltare, a camminare al passo dell'ultimo.
In altri è chiamato a duplice impegno: franchezza e trasparenza totale, e indicazione di una strada.
Se mancano questi due elementi la comunità si perde"
Poi, ricordando che "si inizia a diventare grande quando smetti di fare solo le cose che ti piacciono", annuncia quello che chiama "il dato di fatto":
"Staffetta è quando si procede nella stessa direzione nella stessa intensità, non quando si prova a cambiare ritmo!"
Quindi la proposta della direzione, ovvero
un cambio di Legislatura:
"Ringrazia (la direzione, ndr) il Presidente del Consiglio Enrico Letta, un Esecutivo di servizio nato in un momento delicato dal punto di vista economico, politico e sociale.
Assume il documento 'Impegno Italia' come contributo, ma rivela necessità e urgenza di un Esecutivo nuovo"
Quindi Renzi dice la sua in modo chiaro:
"Le idee sono due: o andare alle urne, o trasformare questo Governo in una Legislatura Costituente.
Non si può più stare nel mezzo: la difficoltà del Governo richiede di prendere con grande chiarezza una decisione.
La strada delle elezioni ha una sua suggestione e fascino, è inutile negarlo.
Ma c'è un particolare: non c'è ancora una legge che permetta di avere chiaramente vincitori e vinti.
L'altra strada richiede il coraggio di cambiare una burocrazia opprimente, una normativa su lavoro e fisco che mostra i segni del tempo, per restituire all'Italia semplicità e coraggio"
Un
vero e proprio bivio, nel quale il Pd si trova, adesso.
E nel rivendicare che mai il partito ha fatto mancare l'appoggio al Governo, Renzi chiude i giochi:
"Cambiare strada ora è buona regola politica, non questione caratteriale.
Non trascuro la difficoltà di alcuni di noi nel farlo, ho piena consapevolezza che è meno facile cambiare che non aspettare: mettersi in gioco adesso apre un elemento di rischio personale.Ho ricevuto tante email di tono protettivo dopo mi si chiede attenzione, mi si dice che rischio di bruciarmi.Io rispondo: chi fa politica ha il dovere di rischiare.
Abbiamo una sfida dinanzi, e non è un rischio personale, ma del Partito Democratico. Una responsabilità del Partito Democratico!"
La conclusione è per l'Italia che sarà:
"Deve vivere con semplicità e pensare con grandezza!
Auguro alle donne e agli uomini di avere consapevolezza delle proprie responsabilità, mettendo da parte il proprio orgoglio"