
Dopo Gianfranco Rotondi e prima di lui Giorgia Meloni ai tempi di Alfano segretario del Pdl e sponsor delle primarie, arriva Flavio Tosi, il “supersindaco” di Verona. “Sono assolutamente disponibile a candidarmi nel caso in cui ci fossero le primarie del centrodestra”.
Affermazione declinata in mezzo ai colori e ai sapori del nuovo store dell’imprenditore renziano
Oscar Farinetti, in quel di
Eataly a Milano. Ricapitoliamo:
Rotondi, berlusconiano e già premier del governo-ombra, è pronto non contro il Cav ma per il Cav; poi c’è
Giorgia Meloni fresca fresca di primarie che l’hanno incoronata leader di
Fratelli d’Italia e paladina da sempre delle consultazioni popolari per la leadership.
Da oggi in pista c’è anche
il leghista Tosi. Tre partiti, tre candidati. “Le primarie del centrodestra immagino che si terranno perchè è l’unico modo per ricompattare il centrodestra. In questo caso la Lega sarà presente insieme ad altri partiti”, spiega il sindaco di Verona.
Il punto è che tre su tre ok, ma manca il quarto del centrodestra e in questo caso il quarto ha un peso strategico, determinante: Forza Italia e soprattutto
Silvio Berlusconi. Proprio lui che se intende restare in pista come capolista (il gioco di parole non è casuale) per le elezioni europee di maggio, nonostante lo scoglio della condanna e in attesa del sì o no alla candidabilità della Corte europea, figuriamoci se vorrà – quando sarà – tirarsi indietro e lasciare campo nella partita forse più importante della sua vita da politico: le politiche. Con buona pace dei “paladini” delle primarie.