
Oggi si ricomincia, ma la partita è più complicata di quanto sembri. Finora la fumata è sempre stata nera e la casella vicepresidenza della Camera dopo la chiamata del pidiellino Maurizio Lupi al ministero delle Infrastrutture e Trasporti è ancora vuota. Una vacatio che sta agitando e non poco le acque tra via dell’Umiltà e Montecitorio. Tanti appetiti, troppe ambizioni per una poltrona sola. Chi è rimasto fuori dal valzer di nomine di governo, sottogoverno e commissioni, sta in pressing. Le Erinni pidielline hanno le antenne ben orientate su tutto ciò che da qui alla fine della settimana si potrebbe muovere negli equilibri interni di partito e di coalizione. In pole position resta la ‘candidatura’ di Daniela Santanchè, ma sul suo nome peserebbe una definizione che finora tiene tutto in stand by: candidatura divisiva . E si sa nel governo delle larghe intese, la parola-chiave è pacificazione.
Partita complessa, dunque, sulla quale si concentrano i
rumors di Palazzo secondo i quali se non si riuscisse a chiudere l’accordo su
Daniela Santanchè, salirebbero le quotazioni dell’ex ministro berlusconiano
Raffaele Fitto e, in secondo battuta, della battagliera
Mara Carfagna.
Il dossier procede parallelamente a un altro dossier che in settimana dovrebbe essere chiuso, almeno secondo le previsioni. Nel giro di nomine per le commissioni mancano all’appello
le presidenze della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato,
la commissione Vigilanza Rai e il Copasir (Comitato di controllo sui servizi). Tasselli-chiave anche per i delicati rapporti parlamentari tra maggioranza e opposizione. La prassi vuole che queste presidenze vadano assegnate proprio alle forze politiche che stanno all’opposizione:
Movinento Cinque Stelle, Sel e Fratelli d’Italia. A queste si aggiunge la Lega che no sta con un piede dentro e uno fuori dalle larghe intese.
I
parlamentari padani si sono astenuti sulla fiducia
al governo Letta, mettendosi di fatto su una posizione attendista, specie sul capitolo delle riforme istituzionali con in testa la questione della
macro-regione del Nord. Secondo gli spifferi di
Intelligonews proprio al partito di Maroni potrebbe andare la casella di Palazzo Madama per la
Giunta delle elezioni e delle immunità (quella per intenderci che potrebbe occuparsi dell’ineleggibilità di Berlusconi se i grillini presenteranno la proposta di legge che hanno annunciato). Casella per la quale restano alte le quotazioni di
Raffaele Volpi ma in corsa ci sono anche altri candidati indicati dai rispettivi partiti:
Dario Stefano (Sel) e un grillino.
A
Fratelli d’Italia è già andata la presidenza della
Giunta per le autorizzazioni della Camera con Ignazio La Russa ed è difficile credere che ci possa essere un bis. Poi ci sono i grillini che aspirano al
Copasir ed hanno già ottenuto la
Giunta delle elezioni alla Camera (
Giuseppe D’Ambrosio), ma in pole position per il Comitato di controllo sui servizi resta
Sel con Giuseppe Fava.
Oggi al
Senato si doveva sbloccare l’impasse sulla Giunta delle elezioni e delle immunità. Ma poco prima della convocazione (alle 14) è arrivata la doccia fredda: tutto rinviato.