
Il voto sulla decadenza da senatore per Silvio Berlusconi è uno dei due punti non aggirabili per chiedere l'apertura della crisi di governo.
E' il pensiero di
Berlusconi che ha presentato il libro di Bruno Vespa, ''Sale, zucchero e caffè. L'Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica'' in uscita da Mondadori - Rai Eri.
Alla domanda sulla legge di stabilità (che i suoi ministri hanno approvato), Silvio chiarisce due step: 1) "La legge di stabilità va cambiata, perché è inaccettabile l'idea di nuove tasse, o, peggio ancora, del ritorno della tassa sulla casa, addirittura aumentata. Due: il voto sulla mia decadenza sarebbe una macchia sulla democrazia italiana destinata a restare nei libri di storia: il leader di centrodestra escluso così, con una sentenza politica che è il contrario della realtà, perché non si riesce a batterlo nelle urne...".
Poi una segnalazione, che sa di suggerimento: "Segnalo che il Governo, se volesse, avrebbe un'autostrada per risolvere il problema: è tuttora aperta la ''legge delega'' sulla giustizia, e basterebbe approvare una norma interpretativa di una riga, che chiarisca la irretroattività, la non applicabilità al passato della Legge Severino. Letta dica si o no. Basterebbe rispettare lo Stato di diritto, l'art. 25 della nostra Costituzione e l'art. 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo''.