

Venezia sommersa dall’acqua entro il 2100, per quella data Italia ci saranno altre 32 aree a rischio. La causa è l'innalzamento del livello del mar
Adriatico di 140 centimetri.
Sono queste le terribili previsioni di un nuovo
studio sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per l'Italia e per
le coste del Mediterraneo. Se negli ultimi mille anni il Mediterraneo si è innalzato solo di 30 centimetri nei prossimi cento anni si stima una crescita tre volte superiore. Un’accelerazione imputabile ai cambiamenti climatici.
Tra le città in pericolo: Trieste, Ravenna, Fiumicino, le Piane Pontina e di Fondi, del Sele e del Volturno, di Catania e quelle di Cagliari e Oristano. Gli studiosi hanno esaminato 13 siti archeologici sulle coste di
Italia, Spagna, Francia, Grecia e Israele, dove venivano estratte le
mole olearie, cioè grosse pietre utilizzate per la macinazione delle
olive. L’aumento più elevato è stato riscontrato vicino ad Atene, mentre
il più basso è stato misurato nell’isola spagnola di Maiorca,
mentre per quanto riguarda l'Italia sono le zone di Salerno, Otranto, Lecce e Brindisi ad aver
registrato un maggior innalzamento del livello del mare negli ultimi
anni.
“In mille anni il Mediterraneo è aumentato da un minimo di 6 a un
massimo di 33 cm, un livello inferiore del 65 per cento rispetto alle
più recenti proiezioni dell’IPCC, secondo le quali l’innalzamento del
mare a livello mondiale è stimato tra i 60 e i 95 cm entro il 2100.
Si
tratta di un’evidente accelerazione, dovuta principalmente al
cambiamento climatico causato dall’aumento della concentrazione di CO2
in atmosfera, che negli ultimi quattro anni ha superato in modo stabile
il valore di 400 ppm, un livello mai toccato sulla Terra negli ultimi 23
milioni di anni” - ha spiegato Fabrizio Antonioli del Laboratorio
Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA.
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