

La polemica infinita sulle vaccinazioni obbligatorie introdotte dal decreto Lorenzin continua. Ad aprire un nuovo fronte è la
regione Veneto che ha
approvato un provvedimento che dà alle famiglie più tempo (fino all'anno
scolastico 2019-2020) per mettersi in regola con la normativa voluta
dal ministero della Salute. Una moratoria che la regione guidata da Luca
Zaia ha introdotto definendo il decreto «pieno di incongruenze. La
regione è favorevole ai vaccini ma non su base obbligatoria. Il modello
coercitivo senza spiegazioni non crea profilassi vaccinale. C'è un confronto in corso con i nostri uffici,
pensiamo che ci siano
dei varchi che ci permettano di essere meno coercitivi».
Il direttore generale della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan, ha firmato un decreto regionale che prevede una sorta di moratoria fino all’anno scolastico 2019-2020 per la presentazione dei documenti che dimostrano di avere vaccinato i propri figli (o la volontà di vaccinarli in breve tempo),
necessari per consentire il loro accesso agli asili e alla scuola. Il decreto parte dal presupposto che le regioni hanno molta autonomia
per la decisione delle politiche sanitarie e che la legge Lorenzin ha
alcune ambiguità, per esempio dove si dice che “la mancata presentazione
della documentazione comporta la decadenza dell’iscrizione”,
ma con
riferimento all’anno scolastico 2019.
Dura la replica del ministro della Salute Beatrice Lorenzin: "Ci riserviamo tutte le azioni di nostra competenza, il decreto del
Veneto non è sostenibile. Se derogano di 2 anni, si assumono la
responsabilità di eventuali epidemie.
L'epidemia di morbillo
non è finita. Nel 2017 sono stati oltre 4.300 i casi, non c'è altro da
aggiungere per spiegare la gravità della situazione", spiega la Lorenzin
in un'intervista a Il Corriere della Sera. "Siamo molto tranquilli e
sereni sulla correttezza di un provvedimento a difesa della tutela della
salute, principio previsto dall'articolo 32 della Costituzione. Sono
misure necessarie per difendere la collettività. Fino al 1999 l'obbligo è
stato molto più stringente eppure la legge di allora non è mai stata
messa in dubbio per decenni", aggiunge.
Sulla
stessa linea il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli:
"Senza
certificato non si potrà frequentare. Il Veneto si assume responsabilità
improprie di non applicare una legge".
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