

Dopo i toni arrembanti della campagna elettorale, arriva il profilo presidenziale.
Donald Trump pronuncia le sue prime parole da presidente degli Stati Uniti e assume subito un atteggiamento più istituzionale. “Per repubblicani e democratici – dice sul palco con la famiglia al completo – è arrivato il tempo dell'unione. Dobbiamo collaborare, lavorare insieme e riunire la nostra grande nazione.
Ho appena ricevuto le congratulazioni di Hillary Clinton e io mi congratulo con lei. Ha combattuto con tutta se stessa. Ha lavorato sodo e le dobbiamo una grande gratitudine. La nostra non è stata una campagna elettorale, ma un grande movimento”.
Poi annuncia di voler mettere da parte i toni aggressivi: “Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani”. Ma aggiunge, tornando a puntare su un suo cavallo di battaglia: “I dimenticati di questo Paese, da oggi non lo saranno più”. Proprio i "dimenticati", ovvero la classe operaia e media bianca, hanno rappresentato da sempre il target di riferimento del candidato repubblicano uscito vittorioso dalle elezioni. Ha poi assicurato di voler “buoni rapporti con l’estero” e che “saremo giusti con tutti i popoli e le nazioni”. Sull’economia ha detto: “Raddoppieremo la crescita e saremo l’economia più forte al mondo”.