

I cittadini dell’Iran sono alle urne per scegliere il nuovo
Presidente. Oltre 63 mila seggi elettorali sono aperti in Iran dalle 08:00 (ora
locale). Nelle schede elettorali sono indicati i nomi di quattro candidati:
Hassan Rouhani il presidente uscente, l’ex procuratore generale del paese
Ebrahim Raisi, l’ex Ministro della Cultura e Guida Islamica Mostafa Agha
Mirsalam e l’ex ministro dell'Industria Mostafa Hashemi Taba. I favoriti sono i
primi due candidati, mentre gli ex ministri sono considerati outsider. Secondo
i sondaggi le possibilità di vittoria di Rouhani e Raisi sono uguali. Inizialmente
avevano presentato la propria candidatura 1636 persone (1499 uomini e 137
donne), ma erano stati ammessi a gareggiare solo sei candidati. Tra le
candidature non ammesse - anche l'ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad
che ha guidato il paese dal 2005 al 2013. In un secondo momento si sono
ritirati dalla gara elettorale il sindaco di Teheran, Mohammad Bagher Ghalibaf
e il primo vicepresidente Eshaq Jahangiri Iran. Secondo i sondaggi nessuno dei
candidati riuscirà a raggiungere la soglia nel primo turno e si andrà
sicuramente al ballottaggio previsto per il 26 maggio. Le urne saranno aperte
fino alle 18:00, ma il ministro degli interni Abdolrezy Rahmani Fazli possiede
il potere di proroga dei termini di chiusura dei seggi. Nei giorni scorsi, le
autorità iraniane hanno sollecitato l'elettorato composto da circa 56 milioni
di persone a sentirsi coinvolto nel voto e secondo le previsioni dei media
locali l'affluenza raggiungerà almeno il 70%.

Il sistema politico
iraniano – L’Iran è una Repubblica teocratica. La costituzione iraniana è
stata adottata nel 1979. Nel 1989 sono stati introdotti delle modifiche costituzionali
che hanno permesso di rafforzare l'autorità del presidente e legalizzato l’organo
regolatore dei rapporti tra il Majlis e il Consiglio dei Guardiani. Il
principio fondamentale che garantisce la legittimità dell'autorità islamica è il
"velayat-e faqih". In base ad esso la carica più alta dello Stato è
rappresentata dal leader religioso che secondo la Costituzione è il leader della
rivoluzione islamica – Rahbar – capo della Repubblica islamica, che
supervisiona il lavoro di tutti i rami del governo e viene eletto dal Consiglio
di esperti. Il più importante organo legislativo iraniano è Majlis, il parlamento
unicamerale composto da 270 deputati. Il numero dei seggi del Parlamento
aumenta e diminuisce il base al numero della popolazione. L’organo legislativo
che riunisce le funzioni di camera alta e quella del controllo di
costituzionalità è il Consiglio dei Guardiano, composto da 12 membri. Il suo
compito consiste nella verifica delle leggi adottate dal Majlis. Il presidente è
il capo dell’organo esecutivo, che ha anche il ruolo di dirigere governo e
rappresenta la seconda carica più importante dopo Rahbar.
Il sistema elettorale
– Il sistema elettorale in Iran è proporzionale. Il diritto di voto appartiene
sia agli uomini che alle donne che hanno raggiunto 18 anni di età. Gli elettori
sono chiamati a scegliere il presidente per la durata di quattro anni. Non è
possibile l’elezione di un presidente per due mandati consecutivi. Per vincere
le elezioni il candidato dovrebbe ottenere oltre il 50% dei voti.
L’identikit dei
favoriti – Hassan Rouhani e Mostafa Hashemi Taba rappresentano l’ala riformista,
mentre Ebrahim Raisi e Mostafa Agha Mirsalim quella conservatrice. Le
differenze principali tra i candidati consistono nella visione diversa sui temi
economici e di politica interna, mentre sulla politica estera le differenze
sono meno note, essendo entrambi interessati allo sviluppo dei rapporti sia con
l’Occidente sia con la Russia.
Hassan Rouhani. I
due candidati usciti dalla competizione elettorale Ghalibaf e Jahangiri hanno
ritirato la propria candidatura in favore di Rouhani. Il Presidente in carica
ha anche ricevuto il sostegno da parte di Asghar Farhadi, rappresentante della
minoranza sunnita del paese e due volte vincitore del premio "Oscar".
Rouhani si propone come sostenitore di un'economia liberale. Secondo i sondaggi
condotti nel periodo tra il 7 e l’8 maggio dal servizio di ricerca sociologica
iraniana ISPA Rouhani ha il sostegno del 47% dei votanti, secondo il sondaggio
svolto dalla IPPO con sede a Washington il presidente in carica ha il 63% del
sostegno degli intervistati, mentre secondo l’agenzia stampa Fars News il 45%. Uno
dei successi in politica estera di Hassan Rouhani è stata
la firma dell’accordo sul nucleare, che ha permesso all’Iran di uscire dall'isolamento.
Secondo il punto di vista critico, sul piano pratico gli investimenti esteri
nel paese non hanno risolto il problema della disoccupazione in Iran, rimasta
al 12,5. Secondo l’opinione del governo iraniano all'economia del paese mancano
$ 50,000.000.000 di investimenti annui. Le banche internazionali però non
mostrano grande propensione all'investimento a causa delle sanzioni americane
ancora in vigore e della poca trasparenza nel settore finanziario.
Ebrahim Raisi. E’
un candidato che è riuscito a radunare attorno alla sua candidatura politica i
tradizionalisti religiosi e gli elettori della classe operaia delusi dalla prolungata
stagnazione economica. Secondo il sondaggio dell’ISPA Raisi ha il sostegno del 27%
dei votanti, mentre secondo la IPPO il 32%. La Fars News invece lo considera
favorito con il 48%. Raisi è un critico rispetto al crescente divario tra
ricchi e poveri e ha proposto di risolvere i problemi economici con 1,5 milione
nuovi posti di lavoro e l’aumento di 2-3 volte dei sussidi ai poveri. La
critica di Raisi rispetto l’accordo sul nucleare concluso da Rouhani consiste
nel far notare che non tutte le sanzioni sono state tolte, nonostante le
concessioni fatte dall’Iran.
#Rouhani #Raisi #Iran #elezioni
Di Irina Osipova