

Una gara folle, a scapito dei pazienti. A vincere chi infila il maggior numero di aghio o cannule ai malcapitati. E' quanto sarebbe accaduto al pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove due medici e sei infermieri avrebbero dato vita a un gioco che sembra uscito da una scena di un film horror.
Regole precise e aggiornamenti costanti via whatsapp. Più aghi o cannule sono grosse, e dunque dolorose per il malato, maggiore è il punteggio ottenuto. Lo score si segna su un apposito tabellone e ogni punto conquistato viene condiviso in chat con tutti i partecipanti. L’inchiesta interna dell’Ulss, con l'avvocato Laura Tedeschi, capo dell'ufficio legale dell'azienda sanitaria vicentina, si conclude con due sanzioni – censura scritta per un medico e rimprovero scritto per un infermiere - e sei archiviazioni.
L'accusa della gara indecente non è sostenibile per «insufficienza di prove» mentre rimangono quelle di «sviamento dall'attività istituzionale» e «uso improprio del cellulare».
«È stato solo un gioco e per fortuna tale è sempre rimasto» ha detto il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Vicenza Vincenzo Riboni. «Nessuno ha fatto nulla di sbagliato e la salute e il benessere dei pazienti non sono mai stati compromessi. Rimane
un giudizio eticamente negativo di quanto è stato fatto, dal momento che simili gare non andrebbero né pensate né tantomeno messe per iscritto. Del resto il comportamento di
pochi, che peraltro poi si sono pentiti, non inficia il buon lavoro di
una equipe composta da almeno 90 persone, che hanno sempre dimostrato
professionalità, qualità e umanità ai massimi livelli
». Il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato quanto accaduto. "Solo la
procura potrà chiarire fino in fondo i lati oscuri di
questa vicenda.
Qualora ci fossero responsabilità accertate le punizioni
dovranno essere esemplari. Per me non finisce qui. Porterò gli atti
in procura".
Per il sindaco di Vicenza, Achille Variati,
«è una vicenda che fa indignare profondamente e su cui deve essere
fatta assoluta chiarezza. Bene ha fatto la dirigenza dell'ospedale a
disporre un'inchiesta interna e la Regione a chiedere
indagini su più fronti per andare fino in fondo e chiarire le
responsabilità. Chi si reca al pronto soccorso deve avere non solo cure
mediche e assistenza adeguate in linea con i migliori standard sanitari,
ma anche la serietà e il rispetto per il paziente che necessariamente
devono accompagnare la professionalità di chi lavora in un ospedale».