

“Colpo basso al turismo italiano, specie all’inizio della stagione estiva. Invito gli italiani a frequentare le nostre spiagge, come farò io”. E’ la risposta di Lara Comi, europarlamentare di Fi, all’allarme lanciato dalle colonne “teutoniche” della Bild sui nostri lidi a rischio Isis, nell’intervista con Intelligonews.
Zaia si è infuriato contro la Bild per l’allarme sulle spiagge italiane a rischio Isis. Anche lei si infuria?
«Anzitutto mi sembra un colpo basso al nostro turismo, specie all’inizio della stagione estiva. Come Italia e come forze dell’ordine abbiamo sempre dimostrato di essere una delle nazioni migliori sul versante della prevenzione ma è chiaro e perfino fisiologico che se un pazzo decide di farsi esplodere, questo sia poco prevedibile. Detto questo, sono convinta a maggior ragione che chi viene a definire questo rischio Isis, deve dare una mano all’Italia a chiudere le frontiere esterne non quelle interne; deve dare una mano a sorvegliare maggiormente la frontiera del mare rispetto alla quale abbiamo più difficoltà nel monitoraggio. Poi, io invito tutti gli italiani a restare in Italia, a frequentare le spiagge italiane, come farò io stessa, essendo anche il settore dei balneari uno dei settori più a rischio a causa della direttiva Bolkestein».
Il Copasir ha smentito questo allarme, ma allora cosa c’è dietro? Una manovra anti-Italia?
«Non me lo auguro. Se dovesse essere così, la questione è assolutamente grave e a quel punto sarebbe importante l’intervento di Junker e della Mogherini».
Quale terrorismo deve fare più paura, quello che già abbiamo in Italia ed Europa, ad esempio le cellule dormienti o i foreign fighters o quello che potrebbe arrivare?
«Quello che è già dentro, che è già presente perché sono persone che possono attivarsi subito, come successo in Francia e in Belgio. Chi arriva su un barcone non è un terrorista perché deve arrivare vivo nel Paese per compiere la sua missione seppure sbagliata, ovvero per raggiungere l’obiettivo».
Il problema profughi è connesso con allarme terrorismo?
«No, perché anche in questo caso il problema del terrorismo – lo abbiamo verificato – è quello delle persone già presenti da noi. Cosa usa l’Isis per creare maggiore confusione? Il fatto che le nostre forze dell’ordine e anche le spese che lo Stato deve affrontare per i profughi non vengano usate per tutta l’attività di prevenzione. Mi spiego meglio: è un elemento di distrazione attraverso l’invasione migratoria».