

di
Micaela Del Monte.
È il secondo dopo quello del 24 agosto (il cui diametro è raddoppiato nell'ultimo mese), e ne è probabilmente una derivazione.
Questa volta è “esploso” all'interno della rotatoria di via di Coccia di Morto e via del Lago i Traiano, lo sbuffo di gas e fango ha messo nuovamente in allarme la
Protezione Civile e i vulcanologi italiani.
Secondo i primi rilievi effettuati, il
geyser sarebbe stato generato dalla perforazione di una sacca di gas profondo (composto per il 90% da
anidride carbonica), ma c’è chi la pensa in maniera diversa. La dottoressa
Carapezza, vulcanologa presso l’
Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia dell’Università Roma Tre, è infatti intervenuta a proposito della corretta definizione del fenomeno.
Sarebbero “
vulcanetti di fango” quelli di
Fiumicino:
“Il Lazio è zona vulcanica ed episodi del genere sono già avvenuti nei Monti Sabatini o vicino a Ciampino, possono verificarsi delle emissioni di gas endogeni profondi, a volte con una componente di anidride carbonica, a volte di metano”.
Il problema principale è che questi getti di gas e fango aumentano la propria dimensione e potenza a vista d'occhio. Se infatti il “
vulcanetto” nato ad agosto era solo un soffione di circa un metro, oggi è una vera e propria
voragine, ampia circa due metri, densa di fanghi grigi ed eruzioni potenti con “sputi” che raggiungono i tre metri di distanza.
Altro problema, non meno rilevante, è quello dei vapori e dell'odore acre delle zone solforose. Sì, perché l'aria sta diventando irrespirabile e l'
acido solfidrico sprigionato insieme alla
Co2 potrebbe rivelarsi molto pericolosa.
Per ora il fenomeno rimane circoscritto e sotto controllo, ma la frequenza con cui si stanno generando questi mini vulcani resta comunque allarmante.