

di
Micaela Del Monte.
“Una situazione triste, drammatica, di una città tesa": è il pensiero di Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio, che amaramente commenta ciò che è accaduto a San Basilio. “Speriamo che cambi qualcosa”.
Ma la speranza può fare ben poco per cambiare le cose. La rieducazione, ad ora, è forse l'unica soluzione per ridimensionare la criminalità e l'aggressività del nostro Paese e non solo.
C'è poco da fare, l'esasperazione e il continuo stress portano all'inclinazione di quelli che sono gli equilibri che dovrebbero mantenere le persone razionali. Ci troviamo invece in uno stato di sopraffazione da parte dell'istinto e della rabbia.
Dunque, i millenni di evoluzione che ci hanno permesso di essere astronauti, conquistatori, prima di tutto uomini di ragione, sono stati cancellati dalla crisi per renderci un popolo ormai senza principi e soprattutto senza coscienza. Quella coscienza che, di norma, non ci dovrebbe portare a sparare ad un uomo per una lite sulla viabilità, che non ci dovrebbe portare ad assaltare un'ambulanza per evitare i soccorsi ad un ragazzo. Più semplicemente quella coscienza che non dovrebbe gettarci in un panico perenne.
Una situazione triste e drammatica (ma non esclusivamente romana). L'analisi di Zingaretti descrive, comunque alla perfezione quello che è il problema del nostro secolo. 3 gli aggettivi, tutti negativi, usati dal Presidente della Regione Lazio: triste, drammatica, tesa. E la follia è quello a cui dobbiamo imparare a parametrarci.
Il passaggio dall'Homo Sapiens Sapiens all'Homo Folle sembra inevitabile, non ci resta che decidere se “evolverci” o imporci di restare involuti, chiusi in una sorta di semi-serenità che sembra bastarci, ma che non può bastare.