
L'Asstra avverte: calo degli spostamenti in Italia, in continuo calo per quattro anni di seguito (2008-2012).
La fotografia della mobilità del Paese è stata realizzata da ISFORT in collaborazione con il Centro Ricerche HERMES e le associazioni di trasporto ASSTRA e ANAV. In un convegno sono stati illustrati i risultati. Anche il trasporto è entrato così a far parte di quei settori provati dalla crisi economica e dall’abbassamento dei livelli di consumo e di reddito delle famiglie
Così la nota ufficiale: “
Una crisi della mobilità che si traduce in perdita di spostamenti di tutti i modi di trasporto (pubblico e privato) nell’anno più duro della crisi, il 2012, come mostra la variazione della dinamica degli spostamenti per mezzi di trasporto motorizzati in ambito urbano: rispetto al 2011, l’automobile perde il 16,2%, degli spostamenti ,e ancora peggio motocicli e ciclomotori che perdono il 38,9 % degli spostamenti, anche l’uso dei mezzi pubblici scende ma solo del 6,6%. Una perdita relativa, perché di fatto il mezzo pubblico nel 2012 ha guadagnato comunque quote di mercato passando da 13,5% nel 2011 a 15,1% nel 2012, contro la riduzione di quote di mercato dei mezzi privati che passano da 86,5% nel 2011 a 84,9% nel 2012. In ambito extraurbano, invece, nel 2012 l’auto mantiene la posizione di mercato aumentando la quota modale di 1,7%, mentre i mezzi pubblici perdono dell’1,8%, un aumento del trasporto privato che si spiega anche con un maggior ricorso all’auto condivisa (car pooling)”.
“Per far ripartire la domanda di mobilità e sostenere così la ripresa economica si deve per forza puntare sui mezzi di trasporto pubblico o sui mezzi più ecologici “senza motore”, perché sono gli unici a misura delle tasche dei cittadini” ha proposto
Carlo Carminucci, il direttore scientifico di Isfort, nella sua presentazione della ricerca.
E poi l'appello alle forze politiche di
Marcello Panettoni, presidente di Asstra: “Le aziende hanno assorbito in gran parte la riduzione dei finanziamenti, difatti sono riuscite a non tagliare dell’equivalente (15%) i servizi. Ci sono riuscite ma a caro prezzo: facendo delle manovre di efficientamento, bloccando il mercato del lavoro, aumentando le tariffe e le perdite dei propri bilanci. Togliere l’ossigeno ad un servizio essenziale come il trasporto pubblico in tempo di crisi economica e sociale non ci sembra una buona risposta politica”.