

I draghi di Komodo, le lucertole più grandi e pericolose del mondo, sono arrivate nella capitale.
Dal 16 maggio queste due affascinanti creature “preistoriche”, Ivan e Richard, avranno uno spazio di circa 210 mq all’interno del Bioparco.
“Siamo
gli unici in Italia che ospitano questa specie - sottolinea il Presidente della Fondazione Bioparco di Roma,
Federico Coccia - Il nostro nuovo exhibit riproduce l'habitat naturale della specie, che in natura vive soltanto nelle piccole isole dell'Arcipelago della Sonda, in Indonesia. E un'ampia vetrata che permette un'osservazione ravvicinata degli animali".
I due rettili sono inseriti nel programma europeo Eep di riproduzione in cattività che contribuisce a garantire uno stock di animali per un eventuale ripopolamento di aree naturali.
Il drago di Komodo con la sua testa appiattita, il corpo ricoperto di squame, gli arti arcuati e la grossa coda muscolosa, è il
predatore dominante dell'arcipelago in cui vive.
Può
ingerire un'impressionante quantità di cibo, pari all'80% del proprio peso corporeo, in un solo pasto. Mangia di tutto, comprese
carogne, cervi, maiali, draghi più piccoli e perfino grossi bufali d'acqua.
Quando caccia, il drago di Komodo si affida al mimetismo e alla pazienza, restando in attesa che arrivi una preda. Quando la preda si avvicina, il drago
attacca usando le potenti zampe, gli artigli affilati e la fitta dentatura, simile a quella di uno squalo, per azzannarla. Se anche la vittima riesce ad allontanarsi, la
saliva iniettata dal morso è velenosissima e causa la morte solitamente entro 24 ore. Il rettile segue il fuggiasco per chilometri mentre il veleno fa effetto, usando il fine olfatto per localizzare il cadavere.
I draghi di Komodo
esistono da milioni di anni, ma incredibilmente la loro esistenza era sconosciuta all'uomo fino a 100 anni fa.