
Tre anni e quattro mesi di reclusione per Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, accusato di peculato dopo lo scandalo dei fondi pubblici alla Pisana. E’ la condanna inflitta in primo grado dai giudici. “Er Batman”, inoltre, è stato interdetto dai pubblici uffici per 5 anni.
Ma questa ultima pena accessoria sembra non interessare
Fiorito, che ha già dichiarato di non voler tornare a fare politica bensì di volersi dedicare alla filantropia. E sullo scandalo che lo ha coinvolto,
l’ex capogruppo Pdl non fa marcia indietro: «Io quei soldi non li ho rubati, sia chiaro. Mi sono stati assegnati per delibera».
La condanna a 3 anni e 4 mesi, paradossalmente salva
Fiorito da altri mesi di galera, visto che la detenzione è prevista per pene maggiori a tre anni e l’ex consigliere regionale ha già scontato 5 mesi di carcerazione preventiva.
Carlo Taormina, legale di Fiorito, non si arrende alla sentenza di primo grado: «La sentenza non è corretta tecnicamente perchè sulla base della giurisprudenza attuale i fatti contestati non rientrano nella fattispecie del peculato». Tecnicismi legali che, di fatto, puntano a cancellare dal volto di Fiorito il marchio di capro espiatorio di uno scandalo più ampio, che ha coinvolto altri personaggi di primo livello del
Popolo della Libertà del Lazio, ma, come ha denunciato lo stesso Taormina, “non si vede ancora nulla all’orizzonte”.
L’ex consigliere regionale, dunque,
appende al chiodo l’abito politico e indossa quello del filantropo. In attesa di tempi migliori.