

“Non abbiamo incontrato il sindaco Raggi ma un suo rappresentante: in Campidoglio non sapevano nulla della vicenda e ci hanno chiesto di inviare la documentazione. Come è andata? Un po’ più di niente”. Così Fabio Milloch, segretario nazionale del sindacato Ugl Autoferrotranvieri, spiega a Intelligonews l’esito dell’incontro collegato al suo licenziamento da Atac.
Come è andato l’incontro della delegazione Ugl in Campidoglio con il sindaco Raggi rispetto anche alla sua vicenda?
"Anzitutto non siamo stati ricevuti dal sindaco ma da un suo rappresentante; e per lo più ignoravano la vicenda. Il punto qui non è tanto il licenziamento in sé, nel senso che se io davvero ho commesso un atto illegittimo è giusto che ne debba rispondere, ma il discorso cambia quando per me non è così, e ho inviato le segnalazioni spedite settimanalmente per avvisare della mia assenza in quanto distaccato per ragioni di natura sindacale".
Sì, ma da parte di chi in Campidoglio ha ricevuto la delegazione Ugl che risposta è arrivata?
"Ci hanno detto se possiamo mandare le carte, così loro prenderanno visione della situazione e poi ci faranno sapere. Quindi, dal mio punto di vista, un po’ più di niente perché quando si va a chiedere l’occupazione di suolo pubblico per poi andare a manifestare si devono dare le motivazioni e le abbiamo date; con la stessa logica ritengo che prima di riceverci, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto informarsi e capire per poi affrontare il problema".
Vuole fare un appello al sindaco Raggi o al premier Renzi?
"Anzitutto dico che non si possono denigrare le organizzazioni sindacali, è troppo semplice. Fare sindacato è una cosa seria, riguarda la tutela non solo dei lavoratori ma anche della cittadinanza. Ho già scritto a Renzi ma non ho avuto risposta né da lui né dal ministro Delrio e questo credo sia preoccupante perché poi quando accadono tragedie come quella in Puglia le inchieste si mettono in piedi subito. Il punto, infatti, non è tanto il colpevole ma la ragione per cui non sono stati fatti i lavori e come mai accadono alcune situazioni. Io ho questa passione che vivo fino al punto di rischiare di essere licenziato; penso di essere una persona equilibrata con moglie e due figli a casa e non posso permettermi di mettere in pericolo il mio lavoro, ma svolgo la mia funzione all’interno delle regole. L’altro aspetto del mio appello è: non guardiamo tanto agli elementi secondari ad esempio il fatto dello sciopero, quanto piuttosto occorre impegnarsi a capire perché continuano a farcelo fare senza darci una risposta e un intervento vero, sicuro e certo riguardo le problematiche sulle infrastrutture e sul versante della sicurezza".