
IL CANDIDATO. Era convinto che Roma potesse voltare pagina con lui: «Vincere le primarie e poi vincere le elezioni. Sostituire finalmente Gianni Alemanno alla guida della nostra città. Dobbiamo vincere queste primarie alla grande e insieme possiamo farcela».
Lo aveva dichiarato
Ignazio Marino, da candidato alle primarie del Pd per il Campidoglio, concludendo la sua campagna elettorale nel quartiere di San Lorenzo. E le sue idee devono essere piaciute. A sinistra non disdegnano più i pull in chachemire.
Ieri sera la festa e le sue prime dichiarazioni: «Noi cambieremo tutto e lo faremo insieme», così commentava la vittoria schiacciante sugli altri candidati.
Ad accompagnarlo alla conquista degli elettori anche un mix di canzoni anni '70 scelte per la campagna elettorale: Ricchi e Poveri, Celentano, Battisti, Paolo Conte, Loretta Goggi.
LA VITTORIA E GLI ALLEATI. Il medico si è affermato con una percentuale intorno al 50% dei voti. E ora correrà per aggiudicarsi la poltrona di sindaco di Roma e per liberare la Capitale, come dice
Ingroia «prigioniera dell'angoscia». E proprio Ingroia vede possibile la sua "rivoluzione" con Marino candidato a primo cittadino di Roma. Ma come promesso il magistrato farà una lista civica denominata diversamente. Insieme a Marino, alcuni ex competitors sono già pronti a contribuire a "stracciare" Alemanno, e hanno ammesso la propria sconfitta. Dalle sezioni sono arrivati i complimenti di David Sassoli (secondo arrivato) e di Paolo Gentiloni (terzo).
E plaudono alla vittoria, attraverso il social twitter, sia
Pierluigi Bersani che
Nichi Vendola, la cui candidata
Gemma Azuni (Sel) aveva annunciato: «Ci hanno segnalato numerosissime irregolarità come la presenza di materiale elettorale di altri candidati all’interno di alcuni seggi. Le verificheremo e vedremo se ci sono i presupposti per fare ricorso».
Tutto dimenticato.
Marino sbanca le primarie del centrosinistra e tutti si allineano.