

Lunedì 25 luglio, l'Aula alla Camera discuterà la proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo. Il 25 si svolgerà la discussione generale e dal giorno dopo inizierà il voto. Tra i firmatari della proposta di legge ci sono 85 deputati del Partito Democratico, 86 del Movimento 5 Stelle, 24 di SEL, 7 di Scelta Civica, 3 del Gruppo Misto - PSI e 4 del Gruppo Misto - Alternativa Libera e 8 del Gruppo Misto, più Monica Faenzi e Martino Antonio di Forza Italia. Raggiante Benedetto Della Vedova, promotore dell'intergruppo per la legalizzazione della cannabis: "È un risultato importantissimo perché la nostra richiesta di arrivare a un voto di Montecitorio prima della pausa estiva è stata esaudita. Abbiamo atteso oltre un anno dal deposito di questo testo di legge, che ha un consenso trasversale che si è tradotto in 220 firmatari, a cui se ne stanno aggiungendo altri giorno dopo giorno", ha detto il senatore e sottosegretario agli Esteri.
Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia,
Enrico Costa, esprime però delle obiezioni: "Con una mano combattiamo le ludopatie, i tumori, la tossicodipendenza e, con l'altra mano, godiamo delle risorse derivanti dal gioco, dal fumo e, magari domani, dalla legalizzazione della cannabis. È coerente tutto questo?".
La proposta stabilisce il principio della detenzione lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi innalzabili a 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche. Rimane comunque illecito e punibile il piccolo spaccio di cannabis. Sarà inoltre possibile coltivare piante di cannabis, fino a un massimo di 5 di sesso femminile, in forma sia individuale, che associata. Per la coltivazione delle piante di cannabis, la preparazione dei prodotti da essa derivati e la loro vendita al dettaglio verrebbe inoltre istituito il regime di monopolio. Previste inoltre norme per semplificare la modalità di individuazione delle aree per la coltivazione di cannabis destinata a preparazioni medicinali e delle aziende farmaceutiche autorizzate a produrle, in modo da soddisfare il fabbisogno nazionale. Rimarrebbe comunque il divieto di fumo di marijuana e hashish in luoghi pubblici, aperti al pubblico e negli ambienti di lavoro, pubblici e privati. Sarà possibile fumare solo in spazi privati, sia al chiuso, che all’aperto.
Molti esperti, tuttavia, esprimono più di una perplessità. "Non è una sigaretta - dice
Paolo Crepet - gli effetti indesiderati del fumo sono tanti. Chi fa il mio mestiere ha visto anche molti ragazzi che per uno ‘spinello’ sono usciti di testa; chi fa il mio mestiere sa che il fumo contiene una sostanza che fa emergere un nucleo psicotico che c’è perché disinibisce e disinibendo porta a galla un problema che c’è: quindi il fumo può essere anche molto pericoloso dal punto di vista psicologico. Seconda cosa: non sappiamo cosa si liberalizza. Terza cosa: vorrei capire se questa liberalizzazione è da 0 a 90 anni; perché vorrei capire se questa ideona riguarda anche i minori che sono la magna pars di quelli interessati e questo a me fa inorridire". Anche la criminologa
Roberta Bruzzone si dichiara "da sempre contrarissima a qualunque uso di stupefacenti dalle cosiddette droghe leggere che io non credo esistano; e sono tra coloro i quali sostengono che questo tipo di sostanze abbiano un effetto devastante sull’organismo".