

Non usa giri di parole per esprimere la sua opinione su Internet. “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”, firmato
Umberto Eco. La dichiarazione è arrivata durante la cerimonia all’Università di Torino (dove si laureò nel 1954) per la consegna della laurea honoris causa (la 40esima!) in Comunicazione e Cultura dei media.
“Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel.
È l’invasione degli imbecilli”. Difficile dargli torto.
Secondo lo scrittore/semiologo la colpa dei
giornalisti è duplice: scarso controllo delle notizie/bufale che circolano in rete e poca attenzione all’analisi critica dei siti.
“Servirebbero equipe di specialisti per filtrare le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno. Per fare questo i giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’
analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi”. – ha sottolineato Eco che è ottimista sul futuro dei giornali: «
C’è un ritorno al cartaceo.
Aziende degli Usa che hanno vissuto e trionfato su internet hanno comprato giornali. Questo mi dice che c’è un avvenire, il giornale non scomparirà almeno per gli anni che mi è consentito di vivere".