

"Se un robot fa lo stesso lavoro di un uomo, perché non può essere tassato?".
A lanciare la provocazione è un uomo che ha costruito un impero sull'informatica e sul progresso tecnologico, il miliardario Bill Gates che si è lasciato andare a questa considerazione nel corso di un'intervista rilasciata a Kevin Delaney, direttore di Quartz, giornale online statunitense d'informazione economica e politica. Per il fondatore di Microsoft, entro 20 anni, il lavoro dell'uomo, in alcuni ambiti sarà completamente sostituito da quello di macchine e computer.
Per questo, le aziende che utilizzano robot o manodopoera meccanizzata al posto dei lavoratori in carne e ossa dovrebbero pagare delle tasse come per i propri operai, in questo modo si ridurrebbe l' impatto negativo del processo di meccanizzazione.
"Al momento un lavoratore fa un lavoro del valore di 50.000 dollari in una fabbrica, e quell'introito viene, ovviamente, tassato. Se un robot subentra a fare la stessa cosa, si potrebbe pensare di tassare i robot di un ammontare simile". Un modo, quello di Gates, per puntare l'attenzione su un problema da non sottovalutare. S
econdo gli esperti sono almeno 8
milioni negli Stati Uniti e addirittura 15 milioni in Gran Bretagna i
posti di lavoro messi a rischio dall'Intelligenza artificiale. Un
problema affrontato anche dall'Unione Europea che sta studiando le
possibili contromisure e ha iniziato a discutere di una tassa simile per creare un fondo per i disoccupati. Secondo McKinsey, infatti, oggi sarebbero circa il
5% le occupazioni a rischio ma guardando al futuro, l
e attività che
potrebbero essere fagocitate dai robot sarebbero il 45%.
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