

Un'app per aggirare i controlli nelle città dove il servizio è vietato o sottoposto a restrizioni.
E' la notizia che riporta il New York Times e riguarda Uber, il sistema che tante polemiche sta creando anche in Italia. La rivelazione del quotidiano statunitense arriverebbe da alcuni dipendenti del servizio
low-cost di auto con conducente, che avrebbero raccontato il segreto
mantenendo l’anonimato per paura di ritorsioni. La difesa di Uber non si è fatta attendere: "Il programma si limita solo a negare le richieste di corse da parte di utenti che violano le nostre condizioni sull’uso del servizio".
Il sistema sarebbe operativo dal 2014 e tuttora utilizzato. Il programma si chiama Greyball, un sistema di si era parlato negli Stati Uniti circa due anni fa, quando venne avvistato la prima volta, a Portland.
Greyball è un'app fornita ai conducenti che individua i clienti sospetti, facendo comparire un fantasmino al posto dell’auto che dovrebbe raccogliere la prenotazione. Si tratta di uno strumento nato allo scopo di intercettare un cliente rischioso e un possibile controllo.
Il colosso di San Francisco già aveva spiegato che Greyball è parte del programma di monitoraggio della violazione dei termini di servizio. Frasi confermate anche al Nyt dopo questo articolo: "Il programma serve a fermare le persone che mirano a danneggiare fisicamente i conducenti, frenare i concorrenti che cercano di interrompere le nostre operazioni o gli avversari che colludono coi funzionari allo scopo di incastrare i conducenti".
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