

La diffusione sul web di immagini pornografiche private sta aumentando in maniera esponenziale. Per
contrastare questo fenomeno Facebook ha deciso di emanare nuove norme di sicurezza.
La notizia arriva tramite un blogpost di Antigone Davis, Capo della Sicurezza
Globale. Due gli strumenti principali in campo: più strumenti per segnalare foto personali condivise senza permesso e una tecnologia in grado di bloccarne la diffusione virale online. Se si sospetta che un’immagine personale sia stata condivisa senza
permesso, si potrà segnalarla utilizzando il link ‘Segnala’ che appare
premendo sulla freccia verso il basso o i puntini ‘…’ presenti vicino al
post. Spinto dalle richieste di associazioni, autorità e opinione pubblica sulla scia di drammatici casi di cronaca (vedi il caso Tiziana Cantone), il colosso di Zuckerberg ha deciso di intensificare la sua lotta al "revenge porn", letteralmente "vendetta pornografica", una vera e propria emergenza sociale che ha conseguenze psicologicamente devastanti sulle vittime.
Il social network userà un sistema di "foto-matching", per il riconoscimento delle immagini, che aiuterà a contrastare ulteriori tentativi di condivisione delle foto. Non solo su Facebook, ma anche sulla chat Messenger e su Instagram. Per ora questo sistema non contempla WhatsApp, altra chat di proprietà di Facebook, che conta oltre un miliardo di utilizzatori. La tecnologia di "foto-match" è simile a quella già utilizzata per contrastare la diffusione online di immagini pedopornografiche.
"Il revenge porn è sbagliato e dannoso", ha scritto Zuckerberg sulla propria bacheca per dare notizia della nuova tecnologia.
L'annuncio arriva pochi giorni dopo una marcia di sensibilizzazione sul tema, organizzata negli Stati Uniti. "Abbiamo assistito a una crescita dei casi anche sulla nostra piattaforma - aggiunge a Repubblica Laura Bononcini, responsabile della policy di Facebook Italia - per questo abbiamo lavorato per mettere a punto nuove forme di tutela".
Il social network ha collaborato con molte organizzazioni internazionali
per elaborare una strategia per arginare il fenomeno del 'revenge
porn'. In particolare con il National Network to End Domestic Violence,
il Center for Social Research, la Revenge Porn Helpline (Regno Unito) e
la Cyber Civil Rights Initiative.
Con quest’ultima associazione è stata
anche scritta una specifica guida per contrastare la circolazione non
autorizzata delle proprie immagini intime su Facebook.
DATISecondo dati relativi agli Usa forniti dalla Davis, il 93% delle persone che è stato oggetto di 'revenge porn', ovvero della condivisione di immagini personali, presenta significative ripercussioni emotive.
Per l’82% di questi, l'evento ha causato una compromissione della sfera sociale, occupazionale o di altre importanti aree della loro vita.
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