

Di Gianfranco Librandi
Arrivati all’"accordo ponte" che solo per il momento
cristallizza la situazione fra Europa e Grecia, quest’ultima riceverà nuovi
prestiti per altri quattro mesi, e in cambio il governo ellenico s’impegna a
varare provvedimenti per calibrare gli squilibri finanziari. In sintesi: la
Grecia è messa sull’orlo del precipizio (invero anche per colpe ataviche loro)
nelle condizioni di prepararsi ad affrontare l’uscita dall’Euro per “loro
scelta”, EuroPilato se ne lava le mani.
Già si disegna una sconfitta, quella di Tsipras, il quale
per raggiungere l’accordo ha dovuto “suicidare” tre quarti di campagna
elettorale. Il compromesso raggiunto è quello di evitare in apparenza e
nell’immediato il default della Grecia, diciamo che un po’ tutti devono avere i
tempi tecnici (quattro mesi appunto) per prepararsi al “colpo di frusta”.
L’Europa è esposta con la Grecia per 195 miliardi di euro
(il 60% del debito pubblico ellenico), di questi 195 miliardi, 60 miliardi sono
sulle spalle della Germania, la Francia è vincolata con 46 miliardi e l’Italia
con 42 miliardi di euro.
Stanti così le cose, l’Italia rischia di buttare al vento 42
utilissimi miliardi di euro, tuttavia non è una vera e propria “perdita” perché
è utile ricordare che questi soldi non sono stati finanziati dal settore
privato (banche) ma sono stati impegnati dal Fondo salva Stati. E’ sempre una
perdita ma non perniciosa perché non mette in pericolo i bilanci delle banche e
quindi il sistema.
Rimane da trovare rassicurazioni o conferme sul reale
rischio di fuoriuscita della Grecia dall’euro; scongiurato dunque il rischio
contagio, Standard & Poor’s assegna alla possibilità di bancarotta della Grecia
una percentuale intorno al 28%. E’ utile ricordare che Standard & Poor’s è
famosa per avere assegnato a Lehman Brothers una probabilità di default dello
0,1%, e poi sappiamo tutti com’è andata a finire.
Sempre Standard & Poor’s assegna agli altri Paesi
cosiddetti PIIGS un rischio bancarotta che non arriva al 3%. Nessun contagio
dunque, questo è sicuro (?). Però occorre ricordare anche che nel 2008 il
presidente in carica alla FED (Bernanke) all’epoca dichiarava che non c’era
nessun rischio recessione.
In conclusione la domanda rimane la medesima, che succede
all’Italia se la Grecia va in default?