
E' (di nuovo) scontro in Vaticano. Si parte dalla lotta alla pedofilia per atterrare sulle finanze vaticane in un colpo solo.
Tutta colpa dell'inglese Peter Saunders, nominato da Papa Francesco tra i 17 membri della Pontificia Commissione per la tutela dei minori che denuncia come un allora vescovo “si sta facendo gioco della commissione papale, del Papa, ma soprattutto di tutte le vittime e che per questo dovrebbe essere messo da parte e fatto tornare in Australia”. Sull’emittente australiana Channel Nine ha puntato il dito contro il “ministro vaticano dell’economia”, è lui, il cardinale australiano George Pell ad essere sotto inchiesta nel suo Paese, a suo dire, con l’accusa di aver coperto numerosi casi di pedofilia del suo clero quando era vescovo di Melbourne, dal 1996 al 2001.
Ma Pell, prefetto della Segreteria per l’economia e membro del Consiglio dei nove cardinali, ha già risposto a queste parole definendole “false, fuorvianti e oltraggiose” tanto da indurlo a sentire i suoi legali.
Ed è anche padre Federico Lombardi a sostenerlo: "Quanto è stato dichiarato da Saunders nel corso di una trasmissione televisiva è stato evidentemente dichiarato a titolo del tutto personale e non a nome della Commissione di cui fa parte, che non ha il compito di investigare e pronunciare giudizi specifici su casi singoli. Risulta inoltre che il cardinale Pell ha sempre risposto attentamente e in modo argomentato alle accuse e alle domande formulate dalle autorità australiane competenti e la sua posizione è stata resa nota ancora nei giorni scorsi da una sua dichiarazione pubblica, che deve essere considerata attendibile e meritevole di rispetto e di attenzione”.
Chissà cosa ne pensa Benedetto XVI che nel 2010 voleva l'allora cardinale di Sydney come prefetto della Congregazione per i vescovi... E chissà domenica la trasmissione Report, che prepara una puntata sulle finanze vaticane, come tratterà quest'altro tema delicato. Tempi duri per Pell? Due prove fanno quasi un indizio.