Lo ha detto Papa Francesco
durante l'Udienza Generale di oggi.
"È per questo che la Sacra Scrittura ci mette in guardia contro le false speranze che il mondo ci presenta, smascherando la loro inutilità e mostrandone l’insensatezza - ha spiegato Francesco - E lo fa in vari modi, ma soprattutto denunciando la falsità degli idoli in cui l’uomo è continuamente tentato di riporre la sua fiducia, facendone l’oggetto della sua speranza. Ma i profeti e sapienti - ha aggiunto il Papa - insistono su questo, toccando un punto nevralgico del cammino di fede del credente".
"Perché fede è fidarsi di Dio. Chi ha fede si fida di Dio - ricorda Francesco - ma viene il momento in cui, scontrandosi con le difficoltà della vita, l’uomo sperimenta la fragilità di quella fiducia e sente il bisogno di certezze diverse, di sicurezze tangibili, concrete. E allora siamo tentati di cercare consolazioni anche effimere, che sembrano riempire il vuoto della solitudine e lenire la fatica del credere".
Francesco ha poi aggiunto:
"A noi piacciono gli idoli, ci piacciono tanto! Cerchiamo consolazioni effimere e “pensiamo di poterle trovare nella sicurezza che può dare il denaro, nelle alleanze con i potenti, nella mondanità, nelle false ideologie. A volte, invece, le cerchiamo in un dio che possa piegarsi alle nostre richieste e magicamente intervenire per cambiare la realtà e renderla come noi la vogliamo; un idolo, appunto, che in quanto tale non può fare nulla, impotente e menzognero".
E non è mancato l'ammonimento agli stessi uomini di Chiesa.
"Anche noi, uomini di Chiesa, corriamo questo rischio di trovare degli idoli nella sicurezza che può dare il denaro, nelle alleanze con i potenti, nella mondanità, nelle false ideologie" ha concluso il Pontefice.