

La Festa del sacrificio di Abramo dallo stadio della Vittoria al padiglione 115 della Fiera del Levante di Bari. Colpa della pioggia se è stata spostata ma non poteva non essere fatta, soprattutto in un momento in cui la paura del terrorismo islamico e la confusione sulla dottrine delle religioni può aggravare le divisioni e portare a letture sbagliate del presente. La "festa del sacrificio" o "festa dello sgozzamento" o "festa dell'offerta [a Dio]" è una tradizione musulmana, ma come riporta il Corriere, lo stesso presidente della Comunità Islamica di Puglia Sharif Lorenzini, dopo la preghiera con 2000 musulmani, ha parlato della "scelta di condividere questa festa". E non è un caso che sia a Bari "luogo di unione di culture e ponte verso altre civiltà".
Attenzione però perché la parola sacrificio potrebbe trarre in errore. E' stato proprio il Comune a spiegare di "non prevedere in alcun
modo il coinvolgimento di animali da sacrificare in segno di fede, ma solo il raduno dei partecipanti". Questo anche se in teoria, nel giorno della ?id al-a??a, i musulmani sacrificano come Abramo un animale - detti u??iya o qurbani - che, secondo la sharia, deve essere fisicamente integro e adulto e può essere soltanto un ovino, un caprino, un bovino o un camelide
. Ma in Italia si tratta solo di "un momento collettivo di partecipazione e di preghiera che commemora il Profeta Abramo e la sua scelta di sacrificare il suo primogenito in segno di obbedienza a Dio che, al momento del sacrificio, lo avrebbe poi sostituito con un agnello".
Una storia che unisce i monoteismi. Infatti Bibbia e Corano si rifanno a questa storia e per Sharif Lorenzini "è la dimostrazione che abbiamo valori comuni da condividere. In un momento storico come questo bisogna cercare terreni comuni per superare le difficoltà e le sfide e oggi Abramo ci riunisce attorno allo stesso tavolo".