
Il Papa pensa allo Spirito ma anche ai corpi, e quindi ai migranti rifiutati alle frontiere, e attacca le Istituzioni per cui chiede perdono perché non aprono le porte.
Il peccatore Matteo Salvini, segretario della Lega, lo provoca subito con una domanda: "Quanti rifugiati ci sono in Vaticano?".
Ma il problema è quello? O il fatto che essere cattolici oggi significa anche Ungheria?
Anzi, soprattutto Ungheria. Quella dell'approvazione di una legge sulla chiusura domenicale di negozi e supermercati, misura che è stata proposta dai cristiano democratici del KDNP, il partner di coalizione della Fidesz, il partito di governo. Un governo che dimostra di avere a cuore gli interessi dei cittadini e delle piccole imprese limitando il potere delle multinazionali. Ma non solo.
E' anche il Paese devotissimo del no all'aborto introdotto in Costituzione, con il primo ministro ungherese Viktor Orban e il suo governo di coalizione di centrodestra formato dal suo partito Fidesz e dal Partito popolare cristiano democratico che non ha avuto difficoltà a far approvare la nuova Costituzione cristiana dal Parlamento nazionale.
E cattolicissima sarebbe l'Ungheria che ora alza il muro attraverso il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, che ha dichiarato che il suo Paese erigerà una barriera alta 4 metri al confine meridionale con la Serbia, per fermare i flussi di migranti in aumento e "al confine con la follia"?
Giovanni Paolo II ha ricordato più volte in "Memoria e Identità" come il senso di appartenenza, l'amor patrio determino un atteggiamento virtuoso, come il patriottismo, ma non certo come il nazionalismo definito egoistico.
Oggi la domanda è: in quale reparto siamo?
Se è vero che accogliere è da cristiani, è anche vero che il cristiano ha a cuore la salvezza dell'anima, prima che il compito di salvare la pelle. A volte però non è facile separare le due cose.
Certo è che la libertà è se stessa nella misura in cui realizza la verità sul bene.