

I Musei Vaticani saranno ancora più belli da domani grazie alla riapertura del Braccio Nuovo. La riapertura dopo sette anni di restauro che permetteranno alla galleria di 68 metri di riavere la "luce" tanto nota agli esperti del settore.
Presentati oggi alla stampa, come riporta puntualmente l'Ansa, i risultati di sette anni di lavoro complesso. Sono stati illustrati dal direttore (in uscita) dei Vaticani Antonio Paolucci, molto orgoglioso di lasciare il suo incarico con la riapertura del Braccio Nuovo. Si è trattato di un intervento estremamente puntuale e approfondito, in grado di restituire quel luogo così come era stato concepito due secoli fa da Canova e Stern, un unicum soprattutto per Roma, che comunque nelle mire dei suoi ideatori, voleva incarnare ''l'idea stessa di museo agli albori della Modernità'' .
Come si legge sul sito dei musei, il rientro dalla Francia delle opere confiscate da Napoleone comportò un riordino delle collezioni pontificie e rese opportuna la costruzione di un nuovo settore di scultura classica.
Papa Pio VII (1800-1823) affidò l'incarico di realizzare il cosiddetto Braccio Nuovo del Museo Chiaramonti all'architetto romano Raffaele Stern. Sopraggiunta la morte di Stern nel 1820, il lavoro fu proseguito da Pasquale Belli fino all'inaugurazione nel febbraio 1822. All'allestimento soprintendeva la Commissione di Belle Arti, presieduta da Antonio Canova e formata anche da Filippo Aurelio Visconti e Antonio D'Este. La nuova fabbrica ottocentesca, che può essere considerata una delle più significative testimonianze dell'architettura neoclassica a Roma,
si inserì tra le gallerie del Museo Chiaramonti e quelle della Biblioteca Apostolica.L'edificio si articola in una galleria lunga 68 metri, coperta da una volta a cassettoni con lucernari; al centro, da un lato si apre a emiciclo, dall'altro una serie di gradini permettono l'accesso al monumentale portico che affaccia sul Cortile della Pigna. Le pareti sono scandite da ventotto nicchie che ospitano statue dalle dimensioni decisamente maggiori del vero, come i ritratti imperiali e le repliche romane di famosi originali greci. Sulle mensole e sulle semicolonne i busti in esposizione costituiscono una galleria di celebri personaggi dell'antichità.