

di Eleonora Baldo
Papa Francesco interviene a gamba
tesa sulla situazione siriana, in particolare sulle privazioni e sulle
violazioni dei diritti fondamentali dei più deboli, come i bambini di Aleppo,
orfani della serenità che dovrebbe essere tipica della loro età e costretti
ora, come ulteriore conseguenza del conflitto, a bere acqua contaminata.
E’ stato un incontro
particolarmente intenso quello che ha visto protagonisti il Papa, le principali
organizzazioni umanitarie cattoliche operanti nel territorio, e il mediatore
ONU Staffan de Mistura. Dopo aver elogiato il lavoro svolto dagli organismi non
governativi per portare aiuto alle popolazioni, descritto come “un riflesso della misericordia di Dio e, in
quanto tale, un segno che il male ha un limite e che non ha l’ultima parola”,
il Pontefice ha rivolto importanti parole di esortazione alle Nazioni Unite
affinché potenzino la propria attività di mediazione con i governi dell’area per
ripristinare le condizioni di pace, il bene primario da restituire alle popolazioni
devastate dal conflitto. Pur riconoscendo che si tratta di un obiettivo
difficile da raggiungere, Francesco I non ha mancato di riconfermare il supporto
della Chiesa lungo una “strada da
percorrere insieme con pazienza e perseveranza”. Il lungo monito di
Francesco I si è concluso rivolgendo un pensiero affettuoso alle comunità
cristiane del Medio Oriente che “aiutando
con coraggio e senza discriminazioni quanti soffrono e lavorano per la pace e
la coesistenza (…) sono oggi segno concreto della misericordia di Dio” e
alle Chiese del territorio, tedofori della fede e della carità in queste zone
devastate dagli orrori della guerra.

Ancora una volta il Papa esce dai
rigidi confini tracciati dal suo ruolo di guida suprema della Chiesa cattolica
per
difendere i più deboli e punta il dito su una delle grandi piaghe della
contemporaneità senza timore di segnare l’affondo anche quando questo significa
confrontarsi con la più grande delle istituzioni internazionali ed esortarla a
perseguire con più energia e forza l’obiettivo fondamentale della pace nel
mondo.