

È testardo, si incaponisce, protesta,
si deprime, si arrabbia: Alvaro Morata ha spesso fatto arrabbiare
Massimiliano Allegri per atteggiamenti da professionista non ancora
maturo. Eppure i fatti parlano chiaro: nella finale di Champions con
il Barcellona, è lui a tener vive le speranze della Juventus con il
gol del momentaneo pareggio. Con il Bayern Monaco è lui a segnare un
gol spettacolare che sembrava poter dare ai bianconeri la possibilità
di un incredibile rimonta. Nella finale di Coppa Italia con il Milan,
è lui a segnare il gol decisivo nei supplementari di una partita
bloccata e ostica. Ragazzino? Forse, ma il dna del campione,
trasmessogli nella cantera madridista, c'è tutto e si vede nelle
partite che contano.
Anche se la coppia titolare dell'attacco
bianconera è ormai consolidata ed è quella formata da
Dybala e
Mandzukic, Morata sembra improvvisamente indispensabile. Il problema,
però, è che a Madrid sono convinti di voler riportare a casa
l'attaccante, anche se poi è probabile che venga girato a qualche
squadra inglese. Sul piatto c'è sempre l'opzione della recompra, con
la quale la società spagnola ha il coltello dalla parte del manico.
Beppe Marotta proverà ad offrire 20-25 milioni di euro per
convincere gli spagnoli a lasciar andare il giocatore. Ma a Madrid
gliene hanno già offerti più di 50: Arsenal, Manchester United e
Chelsea lo vogliono fortissimamente.
Quanto a lui, Morata sta bene a
Torino e rimarrebbe volentieri, ma non ha affatto puntato i piedi
all'idea di poter ritornare a Madrid, che è casa sua. Con Allegri
non c'è grande feeling. Forse a livello umano sì, ma a livello
tecnico l'allenatore ci ha messo tantissimo a dare a Morata il posto
di Llorente e pochissimo a toglierlo per inserire Mandzukic. E anche
questo è un particolare non da poco.