

Niente più maratone (e straordinari) per i medici italiani.
Dal 25
novembre cambieranno gli orari di lavoro: addio alle notti che iniziano il
pomeriggio e finiscono nella tarda mattinata del giorno dopo e ai
recuperi di appena 8 ore. Durante la settimana non si potrà lavorare più di 48 ore, con un turno massimo di 13 ore consecutive.
L'obiettivo è quello di avere medici più ripostati in grado di fornire un'assistenza migliore ai pazienti.
Una novità che però potrebbe creare diversi disagi a causa degli organici ridotti dal blocco del turn over. Regioni in piano di rientro come
Calabria, Campania, Molise e Lazio sono a forte rischio ma anche in altre c'è una significativa carenza di personale.Il sindacato degli ospedalieri Anaao auspica
l'assunzione di almeno 4-5 mila medici in più, ma in un momento di tagli alla Sanità, sembra difficile ipotizzare che il governo Renzi vari una manovra simile a quella realizzata per le scuole. In realtà si tratta di regole previste da una direttiva europea che risale a più di 12 anni fa, ma l'Italia se l’era sempre “cavata” inquadrando i medici come dirigenti, quindi senza obbligo di timbrare il cartellino e senza stringenti vincoli d’orario.
L’Europa ha però notificato una procedura d’infrazione che ha costretto l'Italia a correre ai ripari. Non solo. Sarebbero già molti i medici pronti a fare ricorso
verso lo Stato per il mancato rispetto della direttiva europea del 2003 sugli orari di lavoro.