

Dopo
quattro anni di lavoro la Commissione d'inchiesta presieduta dal
cardinale Camillo Ruini ha presentato il fascicolo del suo lavoro alla
Congregazione per la dottrina della fede.
Terminato l'esame di quest'ultima, gli atti passeranno a
Papa Francesco a cui spetterà
l'ultima parola.
Sarà lui a decidere, cioè, se a
Medjugorje ci sono stati o no dei fatti soprannaturali.
I
vescovi della Bosnia-Erzegovina hanno espresso più volte e con chiarezza il loro parere.
Negli anni i presuli che si sono
succeduti a Mostar, capoluogo ecclesiastico, hanno
rifiutato in modo categorico di etichettare come soprannaturale il fenomeno.
C'è chi, invece, la pensa in modo esattamente opposto.
Sulle nostre pagine più volte il
giornalista e scrittore Paolo Brosio ha espresso la convinzione che
si arriverà al riconoscimento, e in molti ricordano le parole di
monsignor Franic, arcivescovo di Spalato morto nel 2007: "La Regina della Pace ha fatto
di più in 4 anni di apparizioni che tutti noi vescovi in 40 anni di pastorale nelle nostre diocesi".
Adesso la Chiesa è ad un bivio: riconoscere Medjugorje smentendo la sua stessa gerarchia, o non riconoscerla stroncando un pellegrinaggio di milioni di fedeli?
Per questo si crede che la scelta cadrà su
una soluzione che permetta di prendere tempo.
Al posto del
Constat de non supernaturalitate, un più morbido Non constat de supernaturalitate: ovvero "non consta (fino ad ora) della soprannaturalità dei fatti", rispetto al secco "consta (di sicuro) che i fatti non sono soprannaturali".