

Inizia prendendola larga il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione che apre i lavori del consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana, in corso a Roma fino a mercoledì."In quanto cittadini e Pastori, sentiamo il dovere di esprimere alcune meditate considerazioni sul momento storico che la nostra società sta attraversando" sottolinea aggiungendo che "ogni nostra parola, come sempre, vuole essere rispettosa dei ruoli - tiene a precisare l'arcivescovo di Genova - e ha lo scopo di
contribuire alla difficile costruzione del bene comune. Nasce dall'amore per il nostro Paese e dalla missione di servire anche dando voce alle preoccupazioni della gente comune, accanto alla quale abbiamo la grazia di vivere".
Ma eccolo arrivare al punto pèiù delicato, quello che sta accedendo un intenso dibattito parlamentare e nel Paese: le unioni civili.
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Il loro bene deve prevalere su ogni altro' ha detto con tono severo.
Si parla di bambini e di stepchild adoption."Nello scrigno della
famiglia, vi è una punta di diamante: i figli. Il loro vero bene deve
prevalere su ogni altro, poiché sono i più deboli ed esposti: non sono
mai un diritto, poiché non sono cose da produrre".
Ha sottolineato il cardinale specificando che "i figli hanno diritto ad ogni precedenza e rispetto, sicurezza e
stabilità. Hanno bisogno di un
microcosmo completo nei suoi elementi essenziali, dove respirare un
preciso respiro. I bambini - cita Papa Francesco - hanno diritto di
crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto
antropologico, non ideologico".
Ma ammette che la Chiesa è in cammino e rispetto alla sua vocazione missionaria (per sua natura) parla di "slancio che va comunque rinvigorito e ringiovanito, in modo che essa resti sempre aperta e protesa verso tutti, mossa dal desiderio di portare ovunque il Vangelo".
E' proprio un Bagnasco in piena.