
Matteo Renzi lancia la sua parola d'ordine
contro l'Isis:
ciber-security. “Siamo di fronte a un nemico
pericoloso – ha detto il premier – nessuno può sottovalutarlo:
ecco perché stiamo insistendo con la cyber-security e diamo un
contributo alle forze di sicurezza”. Renzi ha spiegato: “Per ogni
videocamera nella strada ci dev'essere un videomaker. E per ogni
centesimo in sicurezza ci dev'essere un centesimo investito in
cultura”. Il concetto non è molto chiaro, in verità.
Più lineare
è stato invece il discorso sul terrorismo in generale: “Non
viviamo tempi facili, ma i vostri genitori hanno vissuto il
terrorismo: è stato un momento terribile, il terrorismo interno.
L'Italia queste vicende le ha già affrontate. I vostri genitori
hanno vissuto il terrorismo quando erano all'università. In quei
giorni vedevano scene drammatiche, si uccidevano, giornalisti,
politici e magistrati”.
Il terrorismo, ha aggiunto, è “un nemico
molto pericoloso che nessuno può sottovalutare. Non siamo uomini e
donne chiusi dentro muri, ma delle comunità e oggi dobbiamo essere
in prima linea portando il senso profondo di ciò che l'Italia. Chi
ha ucciso, ha ucciso in un ristorante, dentro un teatro. Ha ucciso
fuori da uno stadio, nei luoghi della quotidianità. Perché i
terroristi vogliono distruggerci e farci paura. La risposta deve
essere una sola: dobbiamo investire in ciò che abbiamo di più bello
e profondo”, ha aggiunto Renzi, ricordando gli attentati del 13
novembre a Parigi. Per ogni “centesimo che sarà investito nella
sicurezza, sarà investito un centesimo in cultura”, ha assicurato
Renzi, “servono più teatri, insieme alle videocamere di
sorveglianza”.